Un leader per tutte le ore

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Aumentare il carisma e la capacità di un leader di ispirare la squadra, soltanto guardando l’orologio?

Si può. Non tutti i momenti del giorno sono adatti allo stesso modo, se si vuole massimizzare l’impatto sugli altri.
Ma per fare questo passo avanti, occorre prima farne uno indietro nel ripasso della buona e vecchia biologia.

Che lo vogliamo o no, che lo sappiamo o meno, abbiamo tutti un ciclo circadiano.
E’ un processo biologico di 24 ore che influenza una serie di cicli fisiologici, in particolare il sonno e la veglia.

Un team di ricercatori delle Università dell’Indiana e di Washington ha dimostrato in un ampio esperimento che comunichiamo in modo più chiaro e dimostriamo emozioni più positive quando siamo ai massimi livelli di vigilanza, durante la veglia.

Quando i leader sono a livelli relativamente alti nei loro ritmi circadiani, sono più carismatici: le ‘allodole’ mattutine sarebbero più carismatiche al mattino presto che a tarda notte; i ‘gufi’ nottambuli lo sono a tarda notte più che al mattino presto.

Il punto non è essere gufi o allodole, ma sapere chi si è.

Conosci te stesso. Visualizza l’animale che è in te… non è buddhismo, né karma, ma carisma.

Non finisce qui, perché bisogna anche puntare al livello di maggiore ricettività dei follower, le persone a cui il leader si rivolge. Nei contesti più semplici, lo speaker ha lo stesso cronotipo dei suoi ascoltatori.

Pertanto, se tutti sono un’allodola, occorre concentrare le opportunità di ispirazione al mattino e se tutti sono un gufo, mirare a più tardi. Il primo tema è che – se la statistica non è una opinione – ad ascoltare ci sarà sempre un mix di personalità, uno zoo di individui dai ritmi più diversi.

E comunque: come conoscere i cicli circadiani dei follower, resta un mistero, tenuto conto che è già tanto se le persone si ricordano qual è il tasto snooze della sveglia, figuriamoci sapere i parametri del proprio circadiano.

La storia e l’attualità insegnano che ci sono leader di tutti i tipi. Tim Cook, Richard Branson, Howard Schultz sono uomini da sveglia alla 4 o anche prima, al suono di ‘il mattino ha l’oro in bocca’. Obama, Clinton, Putin preferiscono attardarsi la sera.

Napoleone – che dormiva 4 ore per notte – deve essere considerato gufo o allodola?
Stesso dicasi per Margaret Thatcher, dal ciclo circadiano di ferro.

L’ex premier inglese era solita dire che dormire è da buoni a nulla, mentre il generale francese sosteneva che sei ore di sonno sono per gli imbecilli.

Chi spiazza tutti è Winston Churchill che – gli cascasse una bomba sulla testa – si concedeva un pisolino di un’ora tutti i pomeriggi. Mussolini dormiva nove ore e lasciava la luce accesa dello studio per dare l’impressione di lavorare. Amen.

Alla fine, il leader è quello che sa quando aprire bocca. Lo sa, lo capisce, ci crede con o senza orologio a vista.

Sì, c’è un tempo per ogni cosa e il buon manager lo aspetta sveglio.

 

Marcella Manghi

 

I nostri libri

The Leader Ship
Quando diamo istruzioni alle persone, creiamo dipendenza.
Quando diamo loro spazio per le intenzioni creiamo autonomia.

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