Benefit, baci e zampe

benefit

Lezioni di yoga? Cappuccini al ginseng? Corsi di finlandese?

Benefit (gratis) molto cool, ma che non bastano a coccolare a sufficienza i dipendenti.

Cos’altro può offrire un’azienda al collaboratore esigente, affinché non gli venga voglia di cambiare posto di lavoro?

Ispirati da coppie come Barack e Michelle Obama che si sono conosciuti in uno studio legale, o Brad Pitt e Angiolina sul set di un film – ma soprattutto dal fatto che la realtà supera la fantasia – alcune società stanno offrendo ai dipendenti l’accesso a una sorta di Tinder aziendale, una piattaforma interna per fare incontrare gli impiegati.

È il caso dell’app Aill goen, frutto dell’intelligenza artificiale nipponica, e già abbracciata da ottocento aziende giapponesi.

Una volta, la coppia nata sul posto di lavoro era out.
Avevi una relazione col collega di scrivania? Dovevi tenerla più nascosta di un buco in bilancio.

Oggi invece l’incesto aziendale non è più vietato, anzi viene raccomandato come la cannabis terapeutica.
Dopo auto e cellulare, la fidanzata aziendale.

Per il Tizio esigente che fatica a trovare la persona giusta, questa trovata ha un suo senso: Se Caia ha superato il colloquio d’assunzione con il responsabile risorse umane, vuoi che non sia in gamba? Se a bruciapelo sa rispondere alla domanda ‘Come dimostreresti che i tedeschi sono il popolo più alto del mondo?’ Vuoi che poi non sappia sostenere una conversazione brillante mentre aspetta un hamburger?

Un’altra strategia di fidelity che va a impattare il pacchetto ‘walfare e benefit’ è quella di permettere al dipendente di portare un proprio animale in ufficio.

Diversi studi hanno dimostrato che la pet friend policy favorisce il benessere.

Una mini giungla ha un impatto positivo sul clima aziendale: aumenta la produttività, diminuisce lo stress e crea un buon rapporto tra colleghi che dovranno dividere lo spazio con iguane, pappagalli e piccoli rottweiler che abbaiano da sotto le scrivanie.

Oltre a fare spazio a ciotole con croccantini, museruole e mordicchi di gomma perché a nessuna di questa docili bestiole venga da addentare i collant della capoufficio.

Roba che se hai un collega allergico al pelo di gatto, puoi stare certo farà la spia con il capo su qualche tua sconvenienza.

Oltre a possibili allergie, ci si chiede se igiene, odori e imprevedibili danni causati da innocue zampate alla stampante siano a carico del proprietario dell’animale o della ditta. Mah.

Mettendo insieme il tutto, si desume che l’azienda – pur di – sta puntando al gadget d’ufficio: un guinzaglio per le ambizioni di controllo di ciascuno.

Poi su questo ciascuno decida…se porcellino d’india o stagista di marketing.

 

Marcella Manghi

I nostri libri

Drive
Né il bastone
Né la carota

22.80