Tiktaalik roseae

Tiktaalik roseae

Grazie a Community di Peter Block ho scoperto il concetto di possibilità.

Non come il semplice dare, creare o avere delle opzioni, ma come la creazione di uno spazio in cui qualcosa di nuovo può accadere.

Questo concetto, che Block prende dal lavoro di Werner Erhard, riconosce che qualunque cosa nel mondo, prima ancora di manifestarsi, esiste come possibilità.

«La possibilità, qui, è una dichiarazione: la dichiarazione di ciò che creiamo nel mondo ogni volta che ci presentiamo.
È una condizione, o un valore, che vogliamo che si verifichi nel mondo, come la pace, l’inclusione, la relazionalità o la riconciliazione.
Una possibilità è portata in essere nell’atto di affermarla.
Per esempio: se affermi di essere la possibilità della pace nel mondo, anche se la pace può non regnare in questo momento, la possibilità della pace entra nella stanza solo perché tu sei entrato dalla porta.
La pace qui è un futuro che non dipende dalla sua realizzazione; è una possibilità.
La possibilità è creata dalla nostra affermazione, e poi, per fortuna, comincia a lavorare su di noi.
La svolta è che noi diventiamo quella possibilità, e questo è ciò che trasforma.» 

Diventare la possibilità per qualcosa di manifestarsi.

Ogni innovazione è prima di tutto una possibilità.

L’innovatore è colui che afferma quella possibilità e lo diventa, e poi contribuisce a manifestarla affinché realizzi il suo potenziale e produca un impatto.

E il tiktaalik roseae quindi cosa centra?

Lo spiega lo stesso Werner Erhard in questa intervista realizzata da Norman Bodek a metà degli anni Ottanta.

Immaginate gli oceani come uno spazio evolutivo.
Partiamo da un po’ di protoplasma in un oceano tropicale primordiale.
Poi aggiungiamo eoni ed eoni di tempo.
Alla fine apparirà la vita.
Poi, dopo altro tempo, la vita riempirà l’intero mare, da cima a fondo.
Dopo un tempo sufficiente, tutte le possibilità di evoluzione esistenti nel mare saranno esaurite.
L’evoluzione nel mare può continuare, ma produce strane variazioni su possibilità già sperimentate.
L’intera possibilità di “evoluzione nel mare” alla fine diventa satura. 

Poi, dal nulla, un pesce arriva sulla terraferma.
Improvvisamente, in quel momento, appare un nuovo dominio di possibilità per l’evoluzione.
Nell’istante stesso in cui il pesce sale sulla terraferma, nascono gli elefanti e le aquile, non come realtà, ma come possibilità. Non che siano inevitabili, ma sono possibili.
Affinché elefanti e aquile appaiano fisicamente, l’evoluzione deve ricominciare la sua lunga serie di prove, vittorie e sconfitte. Così, quando il pesce arriva sulla terraferma, il carattere dell’evoluzione non cambia, ma lo spazio di possibilità in cui l’evoluzione avviene è completamente nuovo; ciò che è possibile attraverso l’evoluzione è completamente modificato.

Il primo pesce a camminare sulla terraferma è stato probabilmente il Tiktaalik roseae, vissuto circa 375 milioni di anni fa.
Il Tiktaalik roseae è la possibilità di cui noi siamo manifestazione.

 

Fabio Salvadori

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