Uomini macchine

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Negli ultimi tempi la rete è piena di testi e immagini creati da intelligenze artificiali e assieme a tutte queste manifestazioni della capacità creativa delle macchine, crescono anche le discussioni su queste incredibili innovazioni tecnologiche.

Sono buone o cattive? Utili, inutili o persino pericolose? Che ne sarà dell’umanità se le macchine pensano come persone?

Non è una novità ovviamente.

Ogni volta che l’umanità crea della tecnologia in grado di fare, in genere meglio e più velocemente quello che pensavamo potesse fare solo l’uomo, siamo spinti a spostare più in là anche l’esplorazione sulla natura umana.

L’intelligenza artificiale sta sicuramente dando un’accelerazione importante a questa esplorazione e stimolando domande importanti.

Una di queste domande, appunto, è “che ne sarà dell’umanità se le macchine iniziano a pensare come o meglio delle persone?

È un argomento complesso che lascio a persone più preparate di me.

Tuttavia, durante una conversazione su questi temi mi sono reso conto che, forse, dovremmo preoccuparci più del contrario. Cioè “che ne sarà dell’umanità se le persone pensano sempre più come le macchine?”.

La nostra società tende a premiare il pensiero lineare, a partire dalla scuola.

Il pensiero lineare punta a creare e studiare algoritmi per passare dal problema alla soluzione nel modo più rapido ed efficiente.

Questo approccio lineare è facile da capire, modellare, replicare e insegnare.
Si adatta perfettamente all’era industriale e funziona molto bene anche nell’era dell’informazione.

E le macchine sono gli studenti perfetti quando si parla di pensiero lineare.
Persino meglio degli esseri umani che hanno la fastidiosa tendenza, soprattutto in giovane età, ad avere pensieri non lineari.

Quindi, ecco, non mi preoccupa tanto che le macchine diventino, anzi forse lo sono già, più brave di noi a pensare in modo lineare.

Mi preoccupa che non venga dato spazio sufficiente al pensiero non lineare, a forme di intelligenza che non siano quella meramente cognitiva.

Ecco, forse dovremmo davvero preoccuparci del fatto che troppe persone vengono spinte a pensare come macchine.

Se gli uomini pensassero come macchine?

Ne ho parlato con ChatGPT, giusto per sentire che ne pensa.

Qui sotto la traduzione (fatta da un’altra intelligenza artificiale. Lo so, sono pigro) del nostro scambio.

IO: Se gli uomini pensassero come macchine, cosa diventerebbe il mondo?

ChatGPT: Se gli esseri umani pensassero come le macchine, il nostro mondo sarebbe molto diverso da quello attuale. Ecco alcuni possibili modi in cui ciò potrebbe manifestarsi:

  • Efficienza prima di tutto: le macchine sono progettate per ottimizzare l’efficienza e la produttività. Se gli esseri umani pensassero come le macchine, potremmo privilegiare la rapidità e l’efficienza nel fare le cose più di ogni altra cosa. Questo potrebbe portare a un mondo in cui le persone lavorano costantemente e il tempo libero è visto come uno spreco di risorse.
  • Mancanza di emozioni: Le macchine non hanno emozioni o empatia. Se gli esseri umani pensassero come le macchine, potremmo privilegiare la logica e la ragione rispetto alle emozioni e ai sentimenti. Questo potrebbe portare a un mondo in cui le persone sono meno compassionevoli e comprensive nei confronti degli altri.
  • Processo decisionale razionale: Le macchine prendono decisioni basate su dati e algoritmi. Se gli esseri umani pensassero come le macchine, potremmo dare la priorità al processo decisionale razionale rispetto all’intuizione e alle sensazioni viscerali. Questo potrebbe portare a un mondo in cui le persone sono meno propense a correre rischi o a fidarsi del proprio istinto.
  • Creatività limitata: Le macchine sono limitate dalla programmazione e dagli algoritmi. Se gli esseri umani pensassero come le macchine, potremmo essere meno creativi e innovativi nel nostro pensiero. Questo potrebbe portare a un mondo in cui nuove idee e concetti non vengono esplorati o sviluppati.

In generale, se gli esseri umani pensassero come le macchine, il nostro mondo sarebbe altamente razionale, efficiente e produttivo, ma mancherebbe anche di emozioni, intuizione e creatività. È importante bilanciare i nostri lati logici ed emotivi per creare un mondo migliore per tutti.

IO: Come possiamo evitare tutto ciò?

ChatGPT: ​​Per evitare un mondo in cui gli esseri umani pensano come macchine, possiamo adottare le seguenti misure:

  • Dare priorità all’intelligenza emotiva: L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni, nonché di riconoscere e immedesimarsi nelle emozioni degli altri. Dando priorità all’intelligenza emotiva, possiamo bilanciare il nostro lato logico e quello emotivo ed evitare un mondo in cui privilegiamo l’efficienza rispetto all’empatia.
  • Incoraggiare la creatività e l’innovazione: La creatività e l’innovazione sono essenziali per il progresso e la crescita. Incoraggiando la creatività, possiamo sviluppare nuove idee e concetti che possono migliorare il nostro mondo in modi che le macchine non possono fare.
  • Abbracciare la diversità: La diversità di pensiero, cultura ed esperienza può aiutarci a vedere i problemi da diverse angolazioni e a trovare soluzioni più inclusive ed eque. Accogliendo la diversità, possiamo evitare un mondo in cui tutti pensano allo stesso modo e sviluppare nuove idee e soluzioni che siano più rappresentative della popolazione nel suo complesso.
  • Incoraggiare il pensiero critico: Il pensiero critico implica la messa in discussione delle ipotesi, la valutazione delle prove e la considerazione di più prospettive prima di prendere una decisione. Incoraggiando il pensiero critico, possiamo evitare un mondo in cui le decisioni vengono prese esclusivamente sulla base di dati e algoritmi, tenendo invece conto di un’ampia gamma di fattori.

Adottando queste misure, possiamo creare un mondo in cui gli esseri umani siano equilibrati, creativi, empatici e razionali, sfruttando al contempo i vantaggi della tecnologia e delle macchine per migliorare le nostre vite.

IO: E la spiritualità?

ChatGPT: La spiritualità è un concetto complesso e sfaccettato che implica la ricerca di un significato, di uno scopo e di una connessione con qualcosa di più grande di sé. Sebbene le macchine e la tecnologia non abbiano una spiritualità in senso tradizionale, gli esseri umani possono comunque incorporare la spiritualità nella loro vita e nella loro visione del mondo.

Infatti, la spiritualità può fornire un importante contrappeso a un mondo che privilegia l’efficienza e la produttività su tutto il resto. Collegandosi a un senso di scopo e di significato, gli individui possono trovare appagamento e un senso di appartenenza che va oltre il successo materiale. Inoltre, la spiritualità può favorire la compassione, l’empatia e il senso di interconnessione con le altre persone e con il mondo naturale.

Sebbene la spiritualità sia un’esperienza personale e soggettiva, esistono molte pratiche che possono aiutare gli individui a coltivare un senso di spiritualità, come la meditazione, la preghiera e il coinvolgimento nella comunità. Incorporando la spiritualità nella nostra vita, possiamo bilanciare i nostri lati razionali ed emotivi e creare un’esistenza più olistica e soddisfacente.

 

*Il titolo di questo articolo è preso dal famoso discorso all’umanità recitato da Charlie Chaplin nel finale del Grande Dittatore.

 

 

di Fabio Salvadori

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